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Autore: slabs

Nasce Walà: la nuova startup fondata da Martina Tombari e Domenico De Liso

Walà: nasce la piattaforma welfare per gli enti del Terzo Settore

Il welfare – in tutte le sue possibili declinazioni (pubblico, aziendale, territoriale) – da oggi può contare su WALÀ, prima Società Benefit specializzata nell’accompagnamento di imprese, pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo Settore nella costruzione e nello sviluppo di progetti ad elevato valore sociale e territoriale, con una particolare attenzione ai temi della qualità, del benessere diffuso, della misurazione d’impatto e della sostenibilità.

Le sei missioni del PNRR, gli obiettivi ESGs, le incessanti innovazioni tecnologiche, la “Grande Trasformazione” del lavoro e la pandemia coi suoi effetti sociali, psicologici e organizzativi – tanto nelle imprese che nella vita delle persone e delle famiglie – impongono una profonda revisione dei paradigmi con i quali affrontare il futuro. Se si intende realmente capitalizzare l’esperienza che abbiamo vissuto sin qui e trasformarla nella premessa per una ripartenza robusta e capace di far fronte alle sfide che ci attendono occorre un cambio di rotta. Anche nel campo del welfare.

Il welfare è infatti una leva strategica per rafforzare il capitale sociale e le dotazioni di “senso” che servono per modificare il nostro modo di agire nella realtà, a condizione che le nostre azioni siano realmente inclusive e generatrici di valore. WALÀ nasce da un’idea di Martina Tombari – manager che proviene dal mondo del Terzo Settore – che ha raccolto attorno a questa nuova realtà soci e collaboratori che hanno maturato solide esperienze in contesti d’impresa e in realtà del Terzo Settore in cui hanno saputo promuovere e sviluppare percorsi d’innovazione nell’ambito dei sistemi di welfare, pubblico, aziendale e territoriale.

L’obiettivo di WALÀ è dare risposta ai reali bisogni delle persone e delle collettività favorendo, al contempo, processi di integrazione tra i sistemi di welfare, creando forti sinergie tra politiche pubbliche e iniziative private, ma anche tra interventi degli enti del Terzo Settore e quelli del mondo profit, al fine di personalizzare al massimo le risposte alle nuove e alle tradizionali necessità dei lavoratori e dei cittadini.

WALÀ si propone di realizzare progetti che per i territori e per le imprese di ogni dimensione sappiano creare un tangibile e misurabile sharing value “di filiera”. L’obiettivo è sostenere un welfare che sia orientato a portare valore sociale e territoriale, un welfare sempre più “integrato”, nel quale le risorse e gli attori coinvolti possano intraprendere un percorso capace di costruire “eco-sistemi” coesi e in grado di generare esternalità ed impatti sociali positivi, inclusivi e duraturi. Per riuscire in questo intento WALÀ si avvarrà anche di un network multidisciplinare di organizzazioni e professionisti che, con il loro apporto, sapranno accrescere il valore complessivo dei progetti proposti, creando contesti nei quali l’approccio multi- stakeholder possa dare reali e misurabili evidenze della generazione di valore condiviso.

Il network è composto da realtà del mondo accademico, della cooperazione e dell’imprenditoria sociale, da altre Società Benefit e da aziende di ogni dimensione, oltre che da selezionati advisor provenienti dal mondo delle professioni e della consulenza.

“Per realizzare progetti di welfare aziendale e territoriale ad elevato impatto sociale” – precisa Martina Tombari, co-fondatrice ed Amministratrice Unica di WALÀ – “occorre essere capaci di generare valore tangibile e misurabile per i singoli beneficiari: i lavoratori e i loro familiari, le imprese e i territori”. La mission di WALÀ, ha continuato Tombari, è quella di “generare innovazione sociale attraverso l’adozione di prospettive di valutazione dei casi e di progettualità capaci di cogliere le reali necessità sulla base di approcci non standardizzati ed altamente personalizzati. Il nostro approccio facilita questo impegno, perché la relazione con il cliente è costruita sulla base di coprogettazioni rapidamente ‘cantierabili’ e capaci di rafforzare la condivisione di obiettivi, strategie e sinergie sul territorio”.

“Proprio perché puntiamo ad essere concreti partiamo ad essere operativi già da oggi, in occasione di una data simbolica come quella della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’opportunità si è concretizzata con ENGIE, leader della decarbonizzazione e dell’efficienza energetica, nell’ambito del nostro progetto rivolto alle donne: Blù. Nel primo pomeriggio di giovedì 25 novembre abbiamo tenuto infatti un Webinar a beneficio di tutti i collaboratori e le collaboratrici di ENGIE avente ad oggetto «l’educazione finanziaria come strumento di contrasto alla violenza di genere», incontro realizzato in partnership con eQwa, una delle organizzazioni con le quali collaboreremo per la realizzazione dei nostri progetti.”

Domenico De Liso – socio co-fondatore di WALÀ – è un imprenditore da tempo impegnato nell’innovazione dei sistemi di Welfare Aziendale e nel rafforzamento della loro capacità di creare valore anche per i territori nei quali le imprese sono stabilmente inserite (sua è la piattaforma “ComeBack Welfare” con la quale ha creato un meccanismo di accounting che, partendo dai budget destinati dal Welfare Aziendale, riesce a produrre valore anche per iniziative locali finanziabili grazie alla “Sharing Fee” che la piattaforma genera nel quadro di una responsabile gestione dei processi di procurement delle imprese).

“Partecipare alla nascita di WALÀ” – ha precisato De Liso – “è motivo di grande orgoglio perché rendiamo disponibile ad una vasta platea di beneficiari un mix di soluzioni progettuali capaci di accrescere il capitale sociale dei territori e dei suoi attori grazie ad interventi che strutturano reali sinergie tra le policy di welfare aziendale e quelle del welfare pubblico; tutto ciò mettendo all’opera le competenze che abbiamo aggregato grazie a Martina Tombari ed al suo indiscusso e riconosciuto livello di expertise e di autorevolezza nei settori d’intervento che approcciamo”.

Trovate l’articolo completo qui.

Speciale Welfare Fortune Italia

Un connettore tra imprese e persone

ComeBack Welfare SB ha creato un network di aziende socialmente responsabili che si sostengono a vicenda.

Negli anni ho sempre partecipato in modo attivo a raccolte fondi per cercare di finanziare meravigliose idee di sostegno sociale, in particolare fondazioni di ragazzi con disabilità. Ho trovato un totale distacco tra la sfera professionale – provengo dal campo della metalmeccanica, come dipendente prima e come imprenditore poi – e la sfera personale. Di certo ci sono aziende illuminate che nutrono il territorio e che creano una certa integrazione tra i due mondi, ma sono poche, troppo poche.” Le parole del fondatore Domenico De Liso spiegano i presupposti dai quali ha preso corpo l’idea di ComeBack Welfare SB, che vuole essere un connettore tra le due realtà. Come fare a riversare parte delle risorse dalle imprese alle persone, ma non attraverso un aumento della retribuzione? ComeBack Welfare SB accende questa scintilla, creando un network di Aziende socialmente responsabili che si sostengono a vicenda permettendo di strutturare e finanziare progetti di Welfare Aziendale e generando la Sharing Fee, una donazione (prevista dallo statuto sociale) a cui può unirsi anche il cliente.
Il funzionamento è semplice: un’azienda iscritta coinvolge la propria filiera di fornitori attraverso la piattaforma, recuperando così in modo sistematico dai fornitori che aderiscono una piccola percentuale del valore di ogni ordine che è stato emesso a loro favore; il ComeBack, pari all’1,5%. Questo importo potrà dare vita a nuovi progetti di Welfare Aziendale a favore dei dipendenti.
Il fornitore naturalmente potrà fare la stessa cosa; iscrivendosi potrà coinvolgere a sua volta la propria filiera e recuperare anche lui un budget da investire in progetti di Welfare e in temi sociali.
Gli aspetti positivi per chi utilizza la piattaforma in modo attivo sono molti: aumentare i fondi da dedicare a iniziative di Welfare e quindi accrescere il livello di produttività, aumentare il proprio ranking in termini di Responsabilità Sociale d’Impresa, migliorare la Brand Reputation.
Parallelamente il fornitore ha un nuovo strumento per fidelizzare in modo trasparente ed etico il proprio Cliente, condividendo oltre alla collaborazione professionale, anche una partnership sociale, realizzando progetti di welfare comuni (il famoso welfare per ciclo produttivo). Inoltre, il fornitore potrà portare la fattura del ComeBack in deduzione fiscale al 100%, in quanto è una spesa che può configurarsi come sponsorizzazione di un progetto di Welfare Aziendale.
Partecipare a ComeBack Welfare SB è gratuito; non ci sono costi di iscrizione o di settaggio della piattaforma. È previsto il pagamento di una commissione (pari allo 0,3 dell’1,5% recuperato) solo dopo la restituzione del ComeBack dai propri fornitori, restituzione che può avvenire a ciclo dell’ordine concluso, quando cioè il cliente ha saldato la fattura al fornitore. “Ci auguriamo che sempre più imprese si iscrivano e decidano di aiutarci a creare la più grande rete di aziende a sostegno del territorio” conclude Domenico De Liso.

Fortune Italia – Speciale Welfare Novembre 2021

Domenico De Liso – fondatore di ComeBack Welfare – tra i 100 Welfare Specialist selezionati da Fortune Italia

QUESTIONE DA SPECIALISTI? Anche. Ma il mondo del welfare è fatto di trasversalità, quanto di verticalizzazioni. Vale per il welfare pubblico, vale ancora di più per quello privato, integrativo o sussidiato che dir si voglia. Ed è quest’ultimo, quello di cui ci occupiamo, e dentro il quale abbiamo voluto fare un primo elenco di “specialisti”, appunto.

 

GLI SPECIALISTI CI VOGLIONO, eccome: di previdenza complementare, di sanità integrativa, di questioni contrattuali, di diritto del lavoro, di fisco, di psicologia del lavoro, di architettura degli spazi… Potremmo continuare e non avremmo finito. Ma tra gli specialisti non si possono non annoverare anche alcuni tra gli imprenditori che hanno intuito prima di altri la centralità delle risorse umane e che hanno investito in piani di welfare prima e più di altri. Ma in questo elenco ci devono essere anche quegli imprenditori che hanno visto nei servizi di welfare un nuovo business. E anche quelli che si sono fatti attenti osservatori di questo mondo in rapida evoluzione. Uno di questi, Tiziano Treu, nel 2016, dopo la legge di Stabilità che contribuì non poco ad accelerare lo sviluppo del welfare aziendale, sintetizzò così: “Dal welfare aziendale dei pionieri stiamo passando al welfare aziendale di massa”.

UNA TRANSIZIONE ANCORA IN CORSO, ma palpabile. L’ultima edizione del Welfare Index Pmi promosso da Generali Italia ha riconosciuto 105 Pmi “welfare champion”, secondo i raffinati parametri della ricerca che da sei anni monitora l’evoluzione del welfare aziendale in Italia e nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Erano 22 il primo anno dell’indagine.

QUALCOSA STA CAMBIANDO, e crediamo che sia utile seguire e raccontare questa evoluzione. Anche attraverso l’indicazione dei protagonisti.

NE ABBIAMO INDIVIDUATI 100. Avrebbero potuto essere molti di più. Li abbiamo organizzati in cinque contenitori, senza pretesa di essere scientifici. E senza l’ambizione di fare una classifica (almeno per ora). Si tratta di contenitori che in qualche caso rischiano di avere i bordi un po’ sfrangiati, sovrapposti a qualcuno dei contenitori contigui. A volte destinati a raccogliere soggetti che non sempre paiono somigliarsi tantissimo.

CI SONO GLI IMPRENDITORI che possono fregiarsi il titolo di “campioni del welfare”. In questo contenitore abbiamo inserito una prima rappresentanza di imprenditori (prima che di imprese) che hanno visto prima e meglio di altri la scommessa nello sviluppo del welfare aziendale. Sia nel perimetro interno delle proprie aziende, sia come opportunità di nuovo mercato. Imprenditori che poco possono avere in comune, ma che hanno nella nuova visione del welfare aziendale un tratto comune.

CI SONO I MANAGER DELLE AZIENDE, per lo più di grandi dimensioni, che hanno favorito lo sviluppo del welfare aziendale all’interno, per i collaboratori e i dipendenti. Sono per lo più Hr manager, alcuni responsabili della funzione, alcuni “specialisti” del welfare in senso stretto, all’interno della Direzione Risorse Umane.

E POI C’È IL CONTENITORE dei “welfare specialist” delle imprese che si sono date la vocazione di produrre servizi di welfare: gli specialisti dei provider. Di questa tipologia di imprese c’è stato un censimento rigoroso, condotto dall’Università

Cattolica di Milano.

SONO EMERSE UN CENTINAIO DI IMPRESE che possono definirsi “provider” di welfare aziendale. Abbiamo scelto una ventina di manager per altrettanti provider. Una selezione che si è affidata al criterio giornalistico che Indro Montanelli definiva il “naso”.

POI CI SONO I PROFESSIONISTI che a diverso titolo si occupano dei temi – tanti temi, tante verticalizzazioni possibili – sensibili per il welfare sussidiato. Avvocati del lavoro, psicologi, consulenti del lavoro, consulenti aziendali tout court, sempre che le loro aree di competenza incrocino le questioni legate all’organizzazione del lavoro e dei lavoratori.
Infine, gli analisti, gli osservatori, gli studiosi del tema (dei temi). Quasi sempre professionisti o universitari che hanno messo sotto il vetrino del microscopio l’evoluzione e la trasformazione della protezione sociale e delle sue caratteristiche.

UNA CERTEZZA: sarà un elenco incompleto. Cento nomi sono tanti, ma sono pochi. Speriamo che sia un elenco che si verrà integrando, con nuove scoperte e nuovi segni di trasformazione. E magari sarà un primo passo per compilare una classifica (o più classifiche) per mettere in fila i migliori “welfare specialist” italiani, per dare indicazioni alle imprese, e per dare soddisfazione al merito di chi si è impegnato.

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Nella sezione WELFARE CHAMPIONS – IMPRESE E IMPRENDITORI – LEADER E INNOVATORI NEL WELFARE AZIENDALE compare tra gli altri Domenico De Liso, fondatore di ComeBack Welfare.

“Amministratore e fondatore di ComeBack Welfare, recentemente certificata come società Benefit. Nato come venditore vecchio stampo, ha fatto migliaia di chilometri per stabilimenti industriali sia in Italia che all’estero con “giacca e cravatta” e valigetta. Ideatore della prima piattaforma B2B in Europa che permette di incrementare il Welfare budget aziendale attraverso una percentuale riconosciuta sulle forniture. A tutto vantaggio dell’azienda, dei suoi dipendenti e dei suoi fornitori. La piattaforma “trasforma” gli acquisti aziendali in una fonte di finanziamento del piano di welfare. Si propone all’impresa artigianale e alla grande multinazionale, dalle realtà dell’imprenditoria sociale alla media impresa, fino alle Reti e a interi Distretti.”

 

 

 

 

 

Fortune Italia – Ottobre 2021

Articolo a cura di Marco Barbieri