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Mese: Ottobre 2021

Domenico De Liso – fondatore di ComeBack Welfare – tra i 100 Welfare Specialist selezionati da Fortune Italia

QUESTIONE DA SPECIALISTI? Anche. Ma il mondo del welfare è fatto di trasversalità, quanto di verticalizzazioni. Vale per il welfare pubblico, vale ancora di più per quello privato, integrativo o sussidiato che dir si voglia. Ed è quest’ultimo, quello di cui ci occupiamo, e dentro il quale abbiamo voluto fare un primo elenco di “specialisti”, appunto.

 

GLI SPECIALISTI CI VOGLIONO, eccome: di previdenza complementare, di sanità integrativa, di questioni contrattuali, di diritto del lavoro, di fisco, di psicologia del lavoro, di architettura degli spazi… Potremmo continuare e non avremmo finito. Ma tra gli specialisti non si possono non annoverare anche alcuni tra gli imprenditori che hanno intuito prima di altri la centralità delle risorse umane e che hanno investito in piani di welfare prima e più di altri. Ma in questo elenco ci devono essere anche quegli imprenditori che hanno visto nei servizi di welfare un nuovo business. E anche quelli che si sono fatti attenti osservatori di questo mondo in rapida evoluzione. Uno di questi, Tiziano Treu, nel 2016, dopo la legge di Stabilità che contribuì non poco ad accelerare lo sviluppo del welfare aziendale, sintetizzò così: “Dal welfare aziendale dei pionieri stiamo passando al welfare aziendale di massa”.

UNA TRANSIZIONE ANCORA IN CORSO, ma palpabile. L’ultima edizione del Welfare Index Pmi promosso da Generali Italia ha riconosciuto 105 Pmi “welfare champion”, secondo i raffinati parametri della ricerca che da sei anni monitora l’evoluzione del welfare aziendale in Italia e nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Erano 22 il primo anno dell’indagine.

QUALCOSA STA CAMBIANDO, e crediamo che sia utile seguire e raccontare questa evoluzione. Anche attraverso l’indicazione dei protagonisti.

NE ABBIAMO INDIVIDUATI 100. Avrebbero potuto essere molti di più. Li abbiamo organizzati in cinque contenitori, senza pretesa di essere scientifici. E senza l’ambizione di fare una classifica (almeno per ora). Si tratta di contenitori che in qualche caso rischiano di avere i bordi un po’ sfrangiati, sovrapposti a qualcuno dei contenitori contigui. A volte destinati a raccogliere soggetti che non sempre paiono somigliarsi tantissimo.

CI SONO GLI IMPRENDITORI che possono fregiarsi il titolo di “campioni del welfare”. In questo contenitore abbiamo inserito una prima rappresentanza di imprenditori (prima che di imprese) che hanno visto prima e meglio di altri la scommessa nello sviluppo del welfare aziendale. Sia nel perimetro interno delle proprie aziende, sia come opportunità di nuovo mercato. Imprenditori che poco possono avere in comune, ma che hanno nella nuova visione del welfare aziendale un tratto comune.

CI SONO I MANAGER DELLE AZIENDE, per lo più di grandi dimensioni, che hanno favorito lo sviluppo del welfare aziendale all’interno, per i collaboratori e i dipendenti. Sono per lo più Hr manager, alcuni responsabili della funzione, alcuni “specialisti” del welfare in senso stretto, all’interno della Direzione Risorse Umane.

E POI C’È IL CONTENITORE dei “welfare specialist” delle imprese che si sono date la vocazione di produrre servizi di welfare: gli specialisti dei provider. Di questa tipologia di imprese c’è stato un censimento rigoroso, condotto dall’Università

Cattolica di Milano.

SONO EMERSE UN CENTINAIO DI IMPRESE che possono definirsi “provider” di welfare aziendale. Abbiamo scelto una ventina di manager per altrettanti provider. Una selezione che si è affidata al criterio giornalistico che Indro Montanelli definiva il “naso”.

POI CI SONO I PROFESSIONISTI che a diverso titolo si occupano dei temi – tanti temi, tante verticalizzazioni possibili – sensibili per il welfare sussidiato. Avvocati del lavoro, psicologi, consulenti del lavoro, consulenti aziendali tout court, sempre che le loro aree di competenza incrocino le questioni legate all’organizzazione del lavoro e dei lavoratori.
Infine, gli analisti, gli osservatori, gli studiosi del tema (dei temi). Quasi sempre professionisti o universitari che hanno messo sotto il vetrino del microscopio l’evoluzione e la trasformazione della protezione sociale e delle sue caratteristiche.

UNA CERTEZZA: sarà un elenco incompleto. Cento nomi sono tanti, ma sono pochi. Speriamo che sia un elenco che si verrà integrando, con nuove scoperte e nuovi segni di trasformazione. E magari sarà un primo passo per compilare una classifica (o più classifiche) per mettere in fila i migliori “welfare specialist” italiani, per dare indicazioni alle imprese, e per dare soddisfazione al merito di chi si è impegnato.

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Nella sezione WELFARE CHAMPIONS – IMPRESE E IMPRENDITORI – LEADER E INNOVATORI NEL WELFARE AZIENDALE compare tra gli altri Domenico De Liso, fondatore di ComeBack Welfare.

“Amministratore e fondatore di ComeBack Welfare, recentemente certificata come società Benefit. Nato come venditore vecchio stampo, ha fatto migliaia di chilometri per stabilimenti industriali sia in Italia che all’estero con “giacca e cravatta” e valigetta. Ideatore della prima piattaforma B2B in Europa che permette di incrementare il Welfare budget aziendale attraverso una percentuale riconosciuta sulle forniture. A tutto vantaggio dell’azienda, dei suoi dipendenti e dei suoi fornitori. La piattaforma “trasforma” gli acquisti aziendali in una fonte di finanziamento del piano di welfare. Si propone all’impresa artigianale e alla grande multinazionale, dalle realtà dell’imprenditoria sociale alla media impresa, fino alle Reti e a interi Distretti.”

 

 

 

 

 

Fortune Italia – Ottobre 2021

Articolo a cura di Marco Barbieri